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GIORNI DI DUBBIO
(TAGE DES ZWEIFELS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 10 agosto 1991
 
di Bernhard Giger, con Silvia Jost, Paul Born, Jurgen Brugger (Svizzera, 1991)
"Con una costanza che non è da tutti, l'ex membro della Commissione Artistica di Locarno continua la sua carriera (WINTERSTADT, DER GEMAINDEPRAESIDENT, DER PENDLER) fatta di un cinema preciso e analitico, criticamente attento a quella società bernese ed ovviamente svizzera nel quale si ritrova, sotto quei tetti allineati con bell'aspetto della capitale nazionale che ritornano costantemente nei suoi film, quasi a ricordarci che poco (o niente) sembra cambiare sotto la volta del potere.

Qui riprende un recente fatto giudiziario, un uxoricidio per il quale la magistratura elvetica ha deciso di riaprire il dossier: Giger, intelligentemente ed anche astutamente (poiché i paragoni non gli sarebbero certo stati a favore) non mette in scena il processo alla "americana". E cioè con tanto di show degli avvocati vari (quello della difesa non lo si sente nemmeno) e colpi di scena spettacolari. Gioca sull'intimo, e sulle ripercussioni che provocano su questo intimo i meccanismi -se non proprio perversi perlomeno ambigui - di quella giustizia che come ogni altra cosa è retta da un sistema.

Più che l'accusato, diventa allora la giurata Eva, la vera protagonista: le sue perplessità diverranno certezze, attraverso una lenta presa di coscienza, una crisi personale che non può non riflettersi sulla sua vita familiare e personale. Ecco che TAGE DES ZWEIFELS -un passo oltre un suo certo schematismo, una rigidità tutta presa dal fervore del suo assunto- non diventa tanto una critica alla giustizia: ma ad una mentalità, ad una pigrizia morale e materiale istituzionale. Ad un volersene lavare le mani più o meno perbenisticamente, negandosi a quella scomodità pur tuttavia essenziale che è quella del dissenso.

Tutte cose relativamente gravi? Ma che alla lunga conducono alla perversione di una società, e anche di una come la nostra. E, tanto per ritornare in tema, alla condanna all'ergastolo di uno che, se è sicuro che faceva le corna alla moglie, non è proprio certo che l'abbia fatta egualmente a pezzi. In concorso a Locarno nel 1991."


   Il film in Internet (Google)

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